domenica 14 novembre 2010

I Marillion

Nel 1984 il grande Prog era ormai terminato e i gruppi che erano stati i grandi precursori del genere, Genesis e Yes fra tutti, continuavano a sfornare album di valore se non scarso... discutibile (Genesis e 90125 rispettivamente). I Gentle Giant dopo Civilian ebbero la decenza di sciogliersi. I Pink Floyd, minati da dissidi fra Waters e Gilmour erano da poco usciti con The Final Cut, che altro non era che una brutta copia di The Wall.

Unico faro nella notte era stato il trittico 'new wave oriented' dei King Crimson, che avevano avuto un'improvviso stop dopo il brillante Red del 1974 (in realtà si fermarono perchè Fripp incominciò a dar fuori di matto), e dal 1981 al 1984 uscirono con una nuova formazione (ma pur sempre con il buon vecchio Bruford dietro ai tamburi) e tre album: Discipline (il rosso); Beat (il blu) e Three of a Perfect Pair (il giallo). Di questi il terzo era il più debole, perchè il gruppo era già nuovamente minato da dissidi interni principalmente originati dall'insoddisfazione cosmica di Fripp (come ho appreso recentemente dalla lettura della biografia di Bruford. La consiglio vivamente!).

Il sabato mattina spesso portavo la mia primogenita (aveva 3 anni, la seconda non c'era ancora)  a fare un giro al Vomero (quartiere medio/alto borghese di Napoli) . Questo giro quasi sempre terminava in un negozio di musica dove avevo prestato servizio (pressochè gratuito!) prima di sposarmi.
Con in braccio la bambina, quel giorno, passavo distrattamente in rivista i nuovi arrivi, quando lei stessa (parlava già speditamente) mi fece notare un album con un giovane steso su un  letto e un bicchiere in mano da cui fuoriusciva un liquido rosso.
"Marillion - Fugazi" - lessi sulla cover.
Fui attratto anche io dalla cover e chiesi di poterlo ascoltare, più per far contenta la mia piccola che per me.


Dalle prime strofe cantate notai delle affinità con la musica che tanto avevo amato, nel passato recente, e acquistai entrambi gli album disponibili. Solo dopo seppi che Script... e Fugazi erano i primi due lavori dei Marillion, un gruppo (allora) nuovo che si ispirava a sonorità tipiche dei Genesis, ma aveva un chitarrista che emulava David Gilmour. Cosa potevo desiderare di più?

Da quel giorno i Marillion hanno accompagnato tutte le successive fasi della mia vita: le belle e le meno belle.
Le mie figlie sono cresciute con la loro musica, la più grande ne è stata una fan appassionata e conosce a memoria tutti gli album fino a Anoraknophobia!
Ancora oggi, quando ascolta 'Forgotten Sons', si emoziona all'ascolto di 
Approach...Friend
e il successivo splendido attacco di Rothery

Non essendo un fan nell'accezione classica del termine, non ho sofferto più di tanto quando, successivamente a Clutching at Straws, che ancora oggi considero il miglior lavoro del Mark I (con Fish al  canto), mettendo il CD Seasons End nel lettore, mi accorsi che il cantante era cambiato. Per quel che mi riguardava la loro musica mi emozionava, per cui mi andava bene così.
In brevissimo tempo cominciai ad apprezzare il nuovo cantante (Steve Hogarth) forse più del precedente (ora qualcuno potrebbe storcere il naso): il suo modo accorato di cantare e il tono di voce meno acuto di quello di Fish contribuivano a dare calore ai brani. 
'Easter' e 'The Space' ancora oggi generano in me fortissime emozioni.


Ciò che mi ha sempre colpito in questo gruppo è che su un tappeto di musica di buona fattura (nessuno di loro è un vero virtuoso dello strumento, ma hanno molta sensibilità), Hogarth ( ma anche Fish prima di lui) canta lyrics che spesso 'risuonano' dentro di me. Sono testi spesso accorati, talvolta trasognanti, ma quasi sempre con un 'peso specifico' elevato. Ti costringono a meditare sulle cose della vita, e talvolta a comprendere che non c'è una soluzione per ogni cosa.
Parafrasando Pessoa potrei dire: "Le cose vanno in questo modo perchè vanno così" 

I Marillion sono una delle band più longeve del panorama Prog Rock (anche se oggi il loro sound è molto meno prog che in passato) con i loro 28 anni di attività, di cui 21 con il cantante attuale. 
Talvolta mi sorprende che vengano ancora accomunati a Fish nonostante l'ottimo lavoro svolto da Hogarth per il doppio degli anni di militanza nel gruppo..Ma non dovrebbe sorprendermi più di tanto perchè le radio, afflitte dalle major discografiche, continuano imperterrite a passare soltanto 'Kayleigh', il loro brano più famoso (e inciso con la EMI), nonostante artisticamente, in tanti anni, abbiano prodotto brani di spessore artistico sicuramente più elevato. 
Passando per album, a mio modo di vedere e sentire, di sicuro valore quali Seasons End, Brave, Radiation e Marbles, e altri più sotto tono come This Strange Engine (in cui però spiccano, splendide, la suite che dà il nome all'album e 'Estonia'), Holidays in Eden, .com e qualche altro più recente, i Marillion Mark II continuano ad avere una presenza importante nella mia vita, più o meno come i Genesis fino al 1980.

Certo... il tempo passa e oggi i Marils, come li chiamiamo noi fans affettuosamente, non hanno più lo smalto di un tempo, molte cose sono cambiate, in loro come in tutti noi che li seguiamo da sempre. 
Forse siamo cresciuti e siamo diventati più pragmatici, più disincantati e guardiamo le cose sotto una luce diversa.
Però in (quasi) ogni nuovo lavoro riesco a trovare dei momenti di buon livello artistico, qualche lyric che mi fa trasalire, qualche buona idea che, se non mi sorprende, mi fa piacere notare che l'abbiano avuta.

Ai Marillion, dal lontano 1984 ad oggi, devo tantissimo: in questi anni mi hanno dato good vibrations, mi hanno permesso di cantare le loro canzoni insieme alla mia prima figlia (la seconda era ancora troppo piccola per apprezzare! Hanno 7 anni di differenza) e infine ho avuto la fortuna, attraverso la Mailing List italiana, di conoscere persone che considero davvero speciali, a cui sono legatissimo ancora oggi.


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