domenica 5 dicembre 2010

I Gentle Giant





Ascoltate questo brano...




'The Runaway' è la opening track (il primo brano, insomma) dell'album In a Glass House.
Aprire un album che si chiama in questo modo con un rumore di cristalli rotti ci fa comprendere, già in partenza, che della Glass House  non è già rimasto più niente. I GG, così come i Genesis, conservavano intatto il cinico sense of humor inglese in ogni loro lavoro. 

Ho conosciuto così i GG. Con un rumore di vetri infranti. L'album giaceva fra gli LP che il fratello di un mio caro amico (Il Paolo che mi ha fatto conoscere il Progressive Rock) aveva messo da parte perchè non di suo gradimento.... non tutti i fratelli 'riescono col buco'! (In questo sono stato fortunato! Mio fratello condivide con me questa passione per il progressive!).
Eravamo ancora molto giovani e il mio amico lo mise sul piatto quasi timoroso, come per dire: "Io lo metto, ma se non ti piace lo togliamo subito!". 
Mi conquistò immediatamente! Con quella ritmica pulsante, quel modo così differente di intrecciare gli strumenti e.... quel brillante assolo di vibrafono nella parte centrale che sprizza energia da tutti i solchi... che meraviglia!

I GG al tempo erano un pò outsider rispetto agli altri nomi altisonanti. Avevano il loro seguito di appassionati, ma il loro modo di comporre, ricco di dissonanze, di echi pastorali e di cori polifonici non si prestava all'immediatezza, così occorreva 'digerirli' un pò.

Nati come sestetto, con i fratelli Shulman al completo, si ridussero (per modo di dire) ad un quintetto quando uno dei tre abbandonò il campo e raggiunsero la stabilità della formazione al quarto album, con l'ingresso di John Weathers alla batteria.

Per fare un parallelo con i giorni nostri potremmo dire che i GG stanno agli Echolyn come i Pink Floyd stanno ai Porcupine Tree. L'equivalenza è piuttosto maliziosa se si considera che gli uni sono considerati gli eredi dei primi e gli altri quelli dei secondi!

Una volta qualcuno sulla mailing list dei Marillion mi chiese un consiglio sulla discografia essenziale dei GG.
Non ebbi alcuna incertezza a consigliargli i primi 7 album in blocco.
Effettivamente a partire da Gentle Giant fino ad arrivare a Interview non c'è album dei GG che non ci regali qualche piacevole sorpresa, qualche pietra miliare della musica prog rock, qualcosa da cui prendere spunto per le future generazioni. Generazioni che poi hanno fatto man bassa dei loro insegnamenti, come si può notare nei cori dei primi Spock's Beard e nelle costruzioni armoniche dei succitati Echolyn.








Ascoltate quanta dolcezza c'è nella prima parte di questo brano.

this little girl who had everything finds 

she's nothing at all 
"Questa ragazzina che aveva tutto, ora si accorge che in realtà non ha nulla".

Nel crescendo prestate attenzione alla chitarra che urla.
Poi tutto si placa e cresce la batteria, filtrata nel sintetizzatore, con una ritmica incalzante che niente ha a che vedere con la dolcezza dell'apertura. C'è un richiamo di musica classica al pianoforte, scandito dalla batteria nervosa e contrastante. La ragazza di buona famiglia, che suona il piano, forse per volere dei genitori, ma dentro arde di passioni forti e nascoste che la costringeranno a commettere qualche errore. E qui il piano diventa dissonante, delirante... il danno si compie.Ora si ritorna alla dolce tristezza iniziale che ci porta al finale... bello vero?


Volete un assaggio dei cori complessi che ideavano questi cinque 'folli' signori? Eccolo!









Senza mai rinnegare la loro vena rock, eh? Ma aggiungendo sempre qualcosa di unico e impensato fino ad allora, come l'assolo di glockenspiel un pò sopra le righe! Simpatico e complesso.... ma ascoltate quest'altro!







E' certamente più impegnativo! Prestate attenzione come ognuno faccia perfettamente la sua parte per poi terminare tutti all'unisono! Il bello è che nella seconda parte del brano riescono ad intrecciare gli strumenti come intrecciano le voci in apertura! Questo è uno dei brani dei GG che mi esalta maggiormente non solo per l'idea che hanno avuto e per l'esecuzione, ma anche per la carica emotiva che mi trasferisce!

OK. Qualcuno potrebbe dire che è in studio, dove tutto è più facile da amalgamare... eccovelo dal vivo!







Ci ho tenuto ad inserire questo video per darvi un'idea di quanto fossero preparati musicalmente i GG. Ognuno di loro era polistrumentista, così in 5 sul palco riuscivano a suonare molteplici strumenti, senza nessun aiuto esterno! Anche perchè non credo fosse semplice entrare facilmente in sintonia con questa 'gabbia di matti'! Vi prego di notare che il bassista, mentre suona il violino, canta in controcanto con gli altri...LIVE! C'è da mettersi le mani nei capelli!

Ma i GG non erano soltanto energia, tecnica, creatività e spirito innovativo con forti riferimenti alla musica 'dotta' (pensate che in Inghilterra alcuni loro brani venivano trasmessi sul canale dedicato alla Musica Classica). Sapevano essere anche molto intimisti, come in questo brano, di cui vi lascio testo e musica.

Why am I using words, no more to say without you 

Close the door, put out the lights and go 


Late in the night, in the night your shadow falls between us 
Nevermore, never know 
There, memories are sorrow, 
When there's no tomorrow 

Sleep while the sweet sorrow wakes my daydream; 
Sleep while you think of me with kindness, please remember former days 
Sweet the song that once we sang, the silent parting ways 

And you know, and you know, 
And you know, long ago when we first made our promise - 
Empty words, I wonder did you know - 

The laugh that love could not forgive 
Is gone and tells no more to live 
And we who look in beauty's love; 
Must now, through all, look back on before - 

The tears that first I cried, no more; 
Your love has come and gone, no more 
And we who look in beauty's love 
Must now through all think back on before 

Sleep while the sweet sorrow wakes my daydream; 
Sleep while you think of me with kindness, please remember former days 
And you know, and you know 
And you know, when we two parted in tears and silence 
Past the days, the parting ways 

Fare thee well, fare thee well, you that was once dear to me 
Think of me with kindness 
Think of me





A me piace molto il crescendo finale che poi si placa nelle ultime disperate parole: "Pensami con gentilezza, pensami".

Per concludere la panoramica su questo fantastico quintetto vorrei proporvi una cosa che forse non è facile da trovare in altre band. Un brano per voci e percussioni... naturalmente rigorosamente intrecciate fra loro!








Suona 'strano'? Non ditemelo! Altrimenti questo post non sarà servito a nulla!
Suona GENTLE GIANT!

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