venerdì 19 settembre 2014

Turning Point Albums - Seconda Parte


L'ingresso alle superiori fu sorprendente per vari motivi:

1. La ragazzina, che tanto mi piaceva fino a pochi mesi prima, perse completamente di significato al confronto di un'altra, che rimase il mio chiodo fisso per almeno tre anni (pur distraendomi di tanto in tanto in altre direzioni, con alterne fortune).

2. Le amicizie, fino ad allora considerate salde e inamovibili, divennero un corredo a quelle nuove, più coinvolgenti sotto numerosi aspetti.
Ci tengo a dire che ho mantenuto i contatti con alcune di queste persone (che si riconosceranno nelle mie descrizioni), molto di più che con quelle dell'Università, e la ritengo una cosa estremamente gratificante.

3. Acquistai la mia prima batteria (se così si può chiamare quella specie di giocattolo che mi fu quasi regalato da un nuovo amico) per 5000 lire!

Un giorno, al ritorno da scuola, tanto per conoscerci meglio, mi accompagnarono a casa due compagni di classe ai quali feci ascoltare l'album de Le Orme. Inutile dire che ne rimasero affascinati e così decidemmo di rivederci  a casa di uno di loro per permettergli di registrarlo, visto che non mi andava di prestarlo.

Questo alla vostra destra è l'album che aveva appena messo sul piatto quando entrai nella sua stanza!
The Dark Side of The Moon è troppo famoso per commentarlo ancora, ma cercate di comprendere che allora erano le prime volte che sentivamo questo tipo di sperimentazione, di ricerca dell'effetto sonoro, della pulizia del suono... e il tutto su brani di fortissimo fascino, blues oriented, morbidi e di alta classe.
Con i Pink Floyd ho conosciuto il Rock psichedelico (allora si chiamava così) e mi si sono aperti mondi nuovi, onirici e devastanti al tempo stesso.
Quando li ascoltavo in cuffia (per meglio cogliere la stereofonia di tutti gli effetti sonori) mi sentivo trascinare in un mondo a parte, pieno di luci ed ombre, dove saltava fuori prepotentemente la mia parte malinconica e visionaria.
Sebbene non consideri quest'album il migliore della band (secondo me Wish You Were Here è superiore per maturità compositiva e intensità emotiva) è stato il TPA che mi ha fatto conoscere la band, che poi sarebbe diventata la più famosa del mondo, e il mondo visionario, onirico e spaziale della musica elettronica.
L'ascolto di questo album è ormai inflazionato, ciononostante andrebbe religiosamente eseguito dall'inizio alla fine, ma ci tengo ad accommiatarmi da lui con la sua parte per me più coinvolgente.





Qui tutto è splendido, caldo e drammatico: l'intro e il solo di sax, i cori, il bridge di piano e le lyrics !


Ma il mio amico, forte delle amicizie musicali del fratello maggiore, aveva altre frecce al suo arco e con l'intensificarsi della nostra frequentazione (è uno di quelli con cui sono rimasto in contatto, neanche a dirlo), alimentata dalla crescente passione per la musica di entrambi (anzi... eravamo tre, ma l'altro agiva di rimessa), una volta pose sul piatto quello che è stato la mia svolta musicale più importante, perchè m'ha fatto conoscere la band che più ho amato in tutta la mia esistenza, alla quale ho dedicato ore ed ore di ascolto, traduzioni, interpretazioni dei testi, con amore, dedizione e trasporto.

Selling England By The Pound è in assoluto l'album più importante del mio percorso formativo musicale.
Le architetture sinfoniche dei brani, il timbro della voce di Peter Gabriel, la sua vena interpretativa, la teatralità dei testi (si pensi solo ai discorsi cantati che ci sono in 'The Battle of Epping Forest'), la solennità e i complicati intrecci degli strumenti, talvolta tendenti al barocco tanto erano sofisticati, mi affascinarono quasi subito e ne sono rimasto catturato per tutta la vita.

Al contrario del precedente, in questo caso lo considero anche il miglior album della band, dove la sinergia dei componenti ha raggiunto vette elevatissime.
Brani come 'Firth of Fifth', 'The Cinema Show', 'Dancing with the Moonlit Knight' e la stessa 'The Battle of Epping Forest' sono, a mio modo di vedere, irraggiungibili per perfezione stilistica e feeling!
 
I Genesis sono sempre stati i miei preferiti. Da ragazzo non passava giorno che non ascoltassi almeno un loro album.
Tentavo di carpirne le meraviglie nascoste, ed ogni volta mi accorgevo di qualcosa di nuovo: ora un giro di basso particolare, ora un ostinato di chitarra, ora una rullata leggera, oppure un semplice sospiro del cantante o un accordo dissonante delle tastiere... e tutto mi riempiva di gioia, perchè era un nuovo tassello dell'approfondimento della loro arte!

Mentre i Pink Floyd erano intimisti e più legati ai disagi della mente e della condizione umana, i Genesis arricchivano i loro brani di riferimenti letterari e di english humor, sia nei testi che nella musica, come si rileva dal brano seguente.





Già dalla marcetta iniziale si comprende che il brano, pur parlando di lotte fra bande rivali di delinquenti , lo fa in toni sarcatici, con riferimenti al famoso Robin Hood ed a tante altre cose.
Notate la ritmica di Collins: con quel fill (che è poi parte integrante del pattern), posto prima come break e poi come accento, genera tensione dove la parte musicale non sarebbe in grado di fare con la stessa efficacia.
Questa è genialità. Non è facile trovare qualcosa di simile in tutta la discografia prog, anche di batteristi tecnicamente superiori a lui.
Se ci fosse necessità di dimostrare che in un musicista la tecnica non è tutto, questa ne sarebbe la prova!
Tutto il cantato di Gabriel è quasi una piece teatrale, con quei cambi di timbro secondo il personaggio e le botte e risposte fra lui e Collins.
Ed è tutto sottolineato da interventi musicali dal sapore sarcastico.
Perfino il finale, quando sul campo di battaglia non è rimasto più nessuno, è permeato di dark english humor: "Non è rimasto nessuno. E' un pareggio. Così i capi delle rispettive bande lanciano in aria una moneta per stabilire il vincitore!"

Sono stato particolarmente orgoglioso di me stesso quando ho scoperto che alcuni amici, che allora trascuravano i Genesis perchè a loro dire erano troppo complicati, crescendo musicalmente (anche come musicisti) ne hanno scoperto l'enorme valore.

Entrambi le band, in definitiva, erano una parte di me, due delle tante parti di me: la malinconica-pessimista e la romantica-sarcastica.


Seguendo la mia naturale inclinazione alla diffusione della Musica, che poi scoprii essere una sorta di esigenza fisico/mentale, incominciai a diffondere "il verbo" prima in famiglia, dove trovai terrreno fertilissimo perfino fra i miei genitori, e poi tra gli amici.
Questa caratteristica di trasmettere entusiasmo in ambito musicale credo sia rimasta pressocchè immutata nel tempo, ma forse è più giusto che a dirlo siano coloro che "subiscono" i miei attacchi!


Le sorpese e le svolte non erano ancora terminate, nonostante tutto.

Il seguito alla prossima puntata! 

Ciao!

2 commenti:

Sergio Caleca ha detto...

Sono contento che anche tu reputi "The battle of Epping Forest", un piccolo capolavoro, sospeso com'è tra teatro e musica con un crescendo strumentale incalzante sulla voce fanfastica di Peter, che qui supera se stesso.
Complimenti, ti si legge volentieri.
Ciao

Il Progpromoter ha detto...

Grazie Sergio!
Lo spirito di questo blog è divulgativo e di condivisione delle emozioni che provo ascoltando la musica!
Sono contento che lo trovi piacevole.